LeLe Battista: autore, cantante, musicista e produttore, nasce a Milano nel 1975. Inizia la sua carriera e il suo percorso artistico con il gruppo La Sintesi, dove con questi arriva subito a calcare il palco del Teatro Ariston di Sanremo con la canzone Ho mangiato la mia ragazza. Con la band realizza due album: L’eroe romantico (NOYS/Sony, 1999) e Un curioso caso (Columbia/Sony, 2002), prodotti il primo da Marco Castoldi in arte Morgan ed il secondo da Pino Pischetola.
Nel 2006 fa il suo esordio da solista con Le ombre, scritto in collaborazione con Giorgio Mastrocola (già chitarrista dei La Sintesi, poi con Franco Battiato) e prodotto da Celso Valli. Nel 2010 esce per Mescal Nuove esperienze sul vuoto, il secondo album da solista, accolto benissimo dalla critica, che lo porta a promuovere il nuovo lavoro in giro per tutta la penisola. Nel 2013 collabora alla realizzazione di Sheepwolf, secondo album di Violante Placido, dopo aver diviso con lei il palco di Nel mentre tour di oltre 20 concerti nei quali i due artisti duettano su brani del repertorio di entrambi. Il lavoro di produttore in questi anni si intensifica, tra produzioni indie, pop e mainstream, e lo porta nel 2014 a ricoprire il ruolo di producer musicale per X Factor lavorando con Morgan.
Nel 2016 si avventura nella produzione del suo terzo album da solista Mi do mi medio mi mento in uscita il 4 novembre, per la neonata Parola Cantata Dischi capitanata dall'ex La Crus, Mauro Ermanno Giovanardi. È un disco nato con un approccio sperimentale e obliquo, tra la jam session e il remix, dal carattere spiccatamente elettronico con visioni onirico/psichedeliche ed un approccio vicino alla musica aleatoria di John Cage e Bruno Maderna, in cui alcuni elementi sono lasciati al caso ed altri a libere interpretazioni dei musicisti coinvolti, tenuti consapevolmente all’oscuro della melodia della voce. L'album vede la collaborazione di Leziero Rescigno alla produzione artistica, e il prezioso apporto di Giorgio Mastrocola (chitarre e sintetizzatori), Niccolò Bodini de La Scapigliatura (batteria) e Gaben (basso). Nelle canzoni che lo compongono, il lavoro letterario prosegue nel territorio dell'introspezione esistenziale, a volte più cinico e disincantato che in passato, ma mai disilluso. Magari più fragile, ma sempre estremamente e spietatamente sincero ed onesto con l'immagine che il suo specchio gli riflette ogni giorno. Instillare dubbi, piuttosto che dare certezze. Sempre.
Per i primi vent’anni
a partire da ieri
Non mi sono accorto
che eri andata via
Per i primi vent'anni
sono stato bene
Per quaranta ho vissuto di ricordi,
e per altri 40 ho sperato
che tu volessi che ti aspettassi
Un secolo è affogato nelle lacrime,
e i sospiri ne hanno spenti altri duecento
per mille anni non ho fatto niente
Ma non pensare che sia stato tempo perso
è volato d'un fiato
è stato speso in un perfetto pensiero di te
ma non pensare che sia stato tempo perso
ero preso dal pensiero di te
A me ogni ora della tua assenza
sono sembrati cento anni
in un 'iperbole infinita di momenti tuoi
per mille anni non sono uscito
per altri mille anni ti ho ricordato
e ho combattuto contro il pensiero
che tu volessi che ti dimenticassi
Ma non pensare che sia stato tempo perso
è passato d'un fiato
è stato speso in un perfetto pensiero di te
non pensare che sia stato tempo perso
è volato d'un fiato
come ero preso da un perfetto pensiero di te
non pensare che sia stato tempo perso
ero preso da un pensiero
Non pensare che sia stato tempo perso
ero preso da un pensiero
da un perfetto pensiero di te
Liberamente ispirato a «Il computo» di John Donne.
Eravamo sfiniti
e nessun albergo aveva posto
dopo viaggi smarriti
sù e giù per il cosmo
per un attimo ti ho vista felice
che con l'anima viva dicevi
troveremo un appiglio all'idea
di rinascere insieme
Era un gioco bellissimo
fare progetti e mettere punti
la gente ci guardava strano
sembrava non capire che noi
Non apettavamo altro
che perderci nei nostri occhi
e inciampare in un'altra illusione
trascinati dal vento
non aspettavamo altro
che un rifugio in cui non fare niente
se non perderci nei nostri occhi
in un infinito presente
pieno di gioia e colori
in cui fremere e rinfrescarci
fuori tutto sarebbe successo comunque
senza il nostro consenso
la necessità suprema
era di perdere tempo
io mi confondevo con te
che rendevi tutto diverso
Era un gioco bellissimo
farci i dispetti e poi chiedere aiuto
la gente ci guardava strano
sembrava non capire che noi
Non apettavamo altro
che perderci nei nostri occhi
e inciampare in un'altra illusione
trascinati dal vento
non aspettavamo altro
che un rifugio in cui non fare niente
se non perderci nei nostri occhi
in un infinito presente
Sono le occasioni che perdono te
e non viceversa
è la società che non si rialza
se non con la tua purezza
è il tempo che perde te
mentre ti accorgi di pensare ad altro
incerto se non corri
verso il futuro incerto
Il vento spira fresco verso di te
non sanno le occasioni che cosa si perdono
Sono le scelte che non fanno te
e si nutrono dei tuoi rimorsi
è la maschera che indossi
che si fa bella di te
è l'inconscio che gioca
a sfuocarti i ricordi
è il grido soffocato che hai dentro
il tuo ultimo alibi
Il vento spira fresco verso di te
non sanno le occasioni che cosa si perdono
Sono sempre più da un'altra parte
sempre più da un'altra parte
Sono sempre più da un'altra parte
sempre più distante
Mi pettino,
preparo l'incontro
ho ancora fiducia
ma tutto già dice
che è tardi
Tutto è lontano da me
Sono sempre più da un'altra parteAssente al presente
tra viaggi e riunioni
tra suoni e visioni
Sono sempre più da un'altra parte
sempre più da un'altra parte
Sono sempre più da un'altra parte
sempre più distante
Destinazioni
inganni, visioni
neanche un miraggio, niente illusioni
tutto è lontano da me
Assente al presente
tra viaggi e riunioni
in che condizioni
Mi esplode il cervello mi scoppia e nel terrore che generano i mostri
mi rinchiudo in un covo di drammi esistenziali, un casino pazzesco
mi assillo mi temo a tal punto da pensare sia onesto e profondo
il desiderio di scappare
di guardare le cose per quello che sono
Oggi è quasi inverno e sono così felice
che mi risveglio da un lungo sonno
L'inconscio si nasconde e sotto mentite spoglie
mi spoglia e fa un casino pazzesco
Mi do mi medio mi mento mi sfilo dal mio io mi psicanalizzo
per non fare un casino pazzesco
per non fare un casino pazzesco
Non vedo con gli occhi degli altri mi parli ascolto non dico niente
per non fare un casino pazzesco
per non fare un casino pazzesco
Non vedo con gli occhi ma col mio cervellotico cervello invadente
non dico mai niente di compromettente
Mi rinchiudo in un covo di miscugli di cose che non c'entrano
m'invischio e se chiudo gli occhi è tutto vagamente importante
cammino per strada sospeso non sento nient'altro che un rumore assordante
Oggi è quasi inverno e sono così felice
che mi risveglio da un brutto sogno
L’inconscio si nasconde e sotto mentite spoglie
mi spoglia e fa un casino pazzesco
Mi do mi medio mi mento mi sfilo dal mio io mi psicanalizzo
ma faccio un casino pazzesco
faccio un casino pazzesco
Non vedo con gli occhi degli altri mi parli ascolto non dico + niente
per non fare un casino pazzesco
per non fare un casino pazzesco
Mi do mi medio mi mento mi sfilo dal mio io mi psicanalizzo
per non fare un casino pazzesco
per non fare un casino pazzesco
Non vedo con gli occhi degli altri mi parli ascolto non dico mai niente
per non fare un casino pazzesco
per non fare un casino pazzesco
Mi do mi medio mi mento mi sfilo dal mio io
ma vado troppo avanti e faccio un casino pazzesco
Mi do mi medio mi mento mi sfilo dal mio io mi psicanalizzo
ma faccio un casino pazzesco
faccio un casino pazzesco
Siamo peggio dei barbari
forse ancora più bruti
abbandonati a noi stessi
diversamente evoluti
che uccidiamo l'amore
impermeabili, assuefatti al dolore
e ci sediamo commossi
al banchetto dei vincitori
beviamola spremuta
quest'anima caduta
devota alla moneta più che alla vita
perfetta sconosciuta
Noi diciamo dei barbari
senza neppure conoscere
due nozioni di storia
con la presunzione
di come si fa la guerra
di come si prova invidia
di quanto il rancore ci riempia la vita
l'apocalisse dentro
le mani ben curate strette in preghiera
lo sguardo perso in un'ostentata sicurezza
Noi diciamo dei barbari
senza neppure conoscere
due nozioni di storia
con la presunzione
di come si fa la guerra
di come si prova invidia
di quanto il rancore ci riempia la vita
l'apocalisse dentro
le mani ben curate strette in preghiera
lo sguardo perso in un'ostentata sicurezza
Se tornassero i barbari
troverebbero noi
che abbiamo ucciso il tempo
facciamo bevute
alle anime perdute
perfette sconosciute
Se questo fosse un sogno ci saremmo già svegliati
anche con i nostri tempi dilatati
le cose che non conosco sono quelle che preferisco
se questo fosse un sogno staremmo per cadere
sapessi com'è strano vedere appeso in cielo un aeroplano
Accogli come luce nuova il tuo tormento
è ciò che ti distingue dalla macchina
è un piccolo frammento di lucidità
in questa indifferenza cosmica
Se questo fosse un sogno perderemmo l'equilibrio
e invece guarda come siamo in bilico
se questo fosse un sogno non avremmo più paura
di svegliarci
di imparare la realtà
Se questo fosse un sogno non avremmo la forza di rincorrere
la nostra coscienza che si allontana
la lasceremmo andare nell'illusione che non ci serva più
Pensa se lo sapessi io
che il pilota è ubriaco
vola verso un miraggio
che gli appare e scompare
Pensa se lo sapessi io
che la vita sfugge
che talvolta il sole
tra le molte nuvole
che la poca luce
e poi ancora il buio
ed in fondo là
tra le molte nuvole
l'azzurro
testi e musiche LeLe Battista tranne
Non aspettavamo altro – testo LeLe Battista e Violante Placido
Da un'altra parte – testo LeLe Battista e Yuri Beretta
Un casino pazzesco – testo LeLe Battista e Elisabetta Molica
Barbari – testo LeLe Battista e Mauro Ermanno Giovanardi
produzione esecutiva LeLe Battista per Parola Cantata Dischi
produzione artistica Leziero Rescigno e LeLe Battista
registrato da LeLe Battista e Enrico Tronci presso Le Ombre studio (Milano)
mixato da Paolo Iafelice presso Adesiva Discografica (Milano)
masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà Studio di Tredozio (FC)
hanno suonato:
LeLe Battista: voce, pianoforte, programmazioni, sintetizzatori, chitarra acustica (7)
Giorgio Mastrocola: chitarre, sintetizzatori, drum machine e basso elettrico (7)
Gaben: basso elettrico
Niccolò Bodini: batteria acustica
Leziero Rescigno: sintetizzatori, cori, percussioni, vocal beats
Potessi preferire
il modo che abbiamo di mentire
il gioco di parole in equilibrio
sull'inesprimibile
nei nostri pensieri
di etereo c'è poco
eppure mi sento leggero
mi sto divertendo davvero
si apre una porta alla gioia
ed una ad un profondo senso inquieto
i raggi del sole muovono l'anima
come una fuga d'amore
Nulla è più ciò che era
la mie parole in un luogo diverso
armoniose in senso diverso
la città si confonde in milioni di luci diverse
incroci grigi
binari su binari che a seguirli ti portano chissà dove
forse nell'infinito incubo di chi teme di perdere il tram
scoprirsi felici di qualcosa che c'è sempre stato
scoprire che tutto il mio tremore può essere trasformato
in qualcosa di bellissimo e leggero
qualcosa di bellissimo e leggero
è strano interrompere il silenzio
di questa domenica ovattata
le mie parole in un luogo diverso
assumono un senso diverso
la notte diventa una farsa insistente
qualcuno potrebbe credersi immortale
scosse di adrenalina inventano la forma del mio guardare
scoprirsi felici di qualcosa che c'è sempre stato
scoprire che tutto il mio tremore può essere trasformato
in qualcosa di bellissimo e leggero
qualcosa di bellissimo e leggero
Il mio punto debole
è avere un forte slancio vitale
E usarlo per consumare
è desiderare l’infinito
pur sentendomi finito
il mio punto debole è l’illusione
che tu non dica ciò che stai per dire
è avere inspiegabili certezze
e poi crollare sulle cose più banali
eppure questo sguardo illuso
e forse a tratti inconcludente
mi sembra l’unico possibile
eppure questo sguardo illuso
e nello stesso tempo assente
è l’unico che salverei
il mio punto debole
è quello di supporre che il futuro
non sia come il presente imperfetto
è vivere una vita che non so
che a volte mi appare dissoluta
e a volte un po’ troppo normale
il mio punto debole è l’illusione
che tu non dica ciò che stai per dire
è avere inspiegabili certezze
e poi crollare sulle cose più banali
eppure questo sguardo illuso
e forse a tratti inconcludente
mi sembra l’unico possibile
eppure questo sguardo illuso
e nello stesso tempo assente
è l’unico che salverei
il nido
tra il ponte e l'ascensore
a doppio isolamento
dal freddo e dal rumore
fondato sul cemento
me lo ricordo quando
se non ci sei
c'è il temporale
riporta cose buone
non solo le sconfitte
non solo il treno
che ho smesso di aspettare
non solo il tuo bel nome
non solo il mio buon cuore
riporta l'artificio
la cella rinfrescante
delle tue parole
se il tuo abbraccio è una prigione
spero di essere condannato
ai tuoi capelli essere legato
dalle tue labbra pende il mio significato
l'incendio
i fuochi di artificio
le cose che mi hai dato e non ti ho restituito
nessun gioco di sguardi
di avremmo noi potuto
sono meno testardo e combattuto
se il tuo abbraccio è una prigione
spero di essere condannato
ai tuoi capelli essere legato
dalle tue labbra pende il mio significato
Per paura di scoprirmi vuoto ho esplorato poco
e sperando di cambiare
Sono diventato ipercinetico
Ho perso l’arte di annoiarmi
È sempre l’ora di fissare il vuoto
è sempre l’ora che i tuoi occhi
creino una luce irreale da sogno
Vorrei fermare il tempo in questo istante immenso
In cui infinito e punto coincidono
la disgregazione delle cose
mi aiuta ad esplorare meglio il mio universo
quando sei confuso è troppo tardi
perdi l’arte di annoiarti
per confonderti con gli altri
è sempre l’ora di fissare il vuoto
è sempre l’ora che i tuoi occhi
creino una luce irreale da sogno
Vorrei fermare il tempo in questo istante immenso
In cui infinito e punto coincidono
Vorrei fermare tutto in questo luogo immenso
Dove tutto e nulla si toccano
si toccano
Rendersi conto che è tutto costruito
il mio rapporto col tradimento
coi soldi e con il tempo
solo l'amore è un istinto irrefrenabile
la mente nasce innocente
una tabula rasa
mostruosamente poi viene rimodellata
la cosa più bella di te
sapere che stai pensando
qualcosa che non sai spiegare
e neanche io so spiegare
guardarti nel pieno di un flusso di coscienza risolvere tutto
se non scelgo non sono felice
se non scelgo non sono felice
guardarti nel pieno di un flusso di coscienza svelare il tuo trucco
se non scelgo non sono felice
se non scelgo non sono felice
incoerente splendidamente felice
ci abituiamo a tutto
fotomontaggi e riproduzioni
gli stessi cromosomi di un monaco buddista
eppure ci facciamo saltare con le mine
la gente nasce innocente
una tabula rasa
mostruosamente poi viene moralizzata
così si dispera per tutto
soggetta all'errore e al caso
il mio cuore può essere salvato dal fuoco
nel guardarti nel pieno di un flusso di coscienza risolvere tutto
se non scelgo non sono felice
se non scelgo non sono felice
guardarti nel pieno di un flusso di coscienza svelare il tuo trucco
se non scelgo non sono felice
se non scelgo non sono felice
incoerente splendidamente felice
Nutrire la propria mente
ha a che fare col suolo immobile
con l'impossibilità di avere un senso
nutrire la propria mente
perdersi in un cielo alto
nella bellezza dell'inutilità
aspettare la tempesta che sconvolga la pace
vuol dire vivere una vita violenta
creare il buio
un buio artificiale
abbassare le tende per non prendere il sole
cupa oppressione estiva
desiderio d'inverno
illusione
il vento di vetro vuole tagliarmi la pelle
solo a lui è concesso di violare la mia inconsistenza
nutrire la propria mente
ha a che fare con il contrario
con l'impossibilità di comprendere
dipingere un cielo alto
sull’orlo di un immenso abisso
e riempire la tela
del mio vuoto
provocare la tempesta
che sconvolga la pace
vuol dire vivere una vita violenta
creare il buio
un buio artificiale
abbassare le tende per non prendere il sole
cupa oppressione estiva
desiderio d'inverno
illusione
il vento di vetro vuole tagliarmi la pelle
solo a lui è concesso di violare la mia inconsistenza
che per me è solo aria
Le case cadono nell'inverno
i boschi cadono nell'inverno
le menti cadono nell'inverno
le parole cadono nell'inverno
chissà che qualcuno non cominci a pensare
alla neve che continua a cadere
al freddo che comincia a sentire
profondamente dentro
le cose cadono nell'inverno
le persone cadono nell'inverno
la città cade nell'inverno
tu cadi nell'inverno
chissà che qualcosa non cominci a cambiare
che la febbre tenda a svanire
che la musica continui a girare
profondamente dentro
Sono una parte di me
chiamo esperienza la diffidenza che ho verso di te
quando sono agitato
divento sincero
d'altra parte sono io almeno in parte
sono in parte me
in parte vado al lavoro
in parte faccio colazione
in parte esco con te
a cercare un'altra parte di me
sono in parte me
improvvisamente il mondo mi appare
un luogo molto pericoloso
sono in parte me
sono confusione sotto questo cielo
nell’assoluta incertezza tra deriva e salvezza
d'altra parte sono io almeno in parte
d'altra parte
sono in parte me
in parte vado al lavoro
in parte faccio colazione
in parte rispondo al telefono
in parte esco con te
a cercare un'altra parte di me
sono in parte me
Perchè per me non ha senso
per me non ha senso
per questo non penso
l'insensibilità degli altri
è troppo facile sentirsi tardivi
sentirsi traditi dal tempo
galleggiare nell'etere arido
schivo alla scoperta di sentire un assurdo vuoto dentro
perchè da un po' non mi sento
per questo mi graffio e riporto il mio corpo al centro
dal margine del problema rimasto irrisolto per troppo tempo
da credere non esista
ma venga solo supposto da questo fremito da cui vengo scosso
e dalle cose più grandi di me
dal vuoto più pieno che c'è
da tutta la frenesia che i miei sensi porta via
dall'impagabile senso di libertà
provato solo qualche attimo fa
la leggerezza più ingombrante che c'è
è volata tutta via con te
è volata tutta via con te
io non so esprimere quello che sento
sono legato alle parole che rimangono spesso dentro
l'amore scalpita eppure
neppure io più ci penso
ed i dolori s'infrangono in un secondo
riempiono queste distanze
intorno alle mie due stanze
e lentamente mi sveglio in una quieta disperazione
vedo le cose più grandi di me
e il vuoto più pieno che c'è
vedo la mia frenesia che i sensi porta via
e un impagabile senso di libertà
provato solo qualche attimo fa
la leggerezza più ingombrante che c'è
è volata tutta via con te
è volata tutta via con te
può ingannarti il viso
la voce la puoi mascherare
ti puoi mettere in ginocchio
per sembrare pentito
gli occhiali ti possono cambiare lo sguardo
la collera ti può far sembrare un altro
ma è con le mani che senti
che senti la leggerezza dell'amore
con le mani ti ripari le orecchie
dal rumore
le mani non tradiscono mai
le tue mani non tradiscono mai mai
tagliare i capelli
da un senso di rinascita
ogni tanto riaffiora
il sapore lontano e perduto
del sale delle lacrime
che scendono
con le mani le asciugo
e sento la leggerezza dell'amore
con le mani ti riparo le orecchie
dalla città che esplode
le mani non tradiscono mai
non ti offrono tutto quello che non ho
ma solo la leggerezza dell'amore
perchè le mani non tradiscono mai
le tue mani non tradiscono mai
Il mutevole confine dell'eccesso
a seconda della situazione
per cambiare punto di vista
punto di osservazione
per usare un'espressione diversa
concentrarmi sulla distrazione
per usare un'espressione diversa
strafarmi di luce del sole
e se piove campionare i tuoni
accentuare i miei difetti
farli giocare con i tuoi
accentuare i miei difetti
farli giocare con i tuoi
attento
senza ritegno
devo dormire sonni profondi
per svegliarmi neutrale
per descrivere quello che vedo
oltre il velo della persuasione
non riconoscere la sveglia
non ricordare la canzone non scritta un attimo prima
la visione della sera prima
ipotizzare un senso diverso
tutto più chiaro uguale tutto disperso
accentuare i miei difetti
farli giocare con i tuoi
attento
senza ritegno
attento
senza ritegno
si deve rendere tutto più leggero
smorzare ogni risentimento se si può
scherzare sempre e vedere il nulla in ogni cosa
suddividere in piccole parti l'istante che passa
mescolare per gioco le incoerenze
attento senza ritegno
attento senza ritegno
rimani calmo,
osserva freddamente
questa calma, questa freddezza
sono il tempo che si libera di tutto
[il finale contiene citazioni da “Cattivi pensieri” di Paul Valèry]
testi di LeLe Battista tranne 2 e 7 – testi di LeLe Battista ed Elisabetta Molica
musiche di LeLe Battista e Giorgio Mastrocola
hanno suonato: LeLe Battista: voce, pianoforte, glockenspiel, sintetizzatori, basso (7), Giorgio Mastrocola: chitarre, trattamenti sonori, basso (3), cori (5–9), Andrea Dupuis: batteria, Megahertz: sintetizzatori (5–10), basso (4–5), Giorgio Cuccurugnani: basso (2, 6, 8–10, 12), Mauro Ermanno Giovanardi: voce (12), Andrea Cardinale: violino (7); produzione artistica, arrangiamenti e realizzazione: LeLe Battista e Giorgio Mastrocola tranne 5 e 10 co–prodotti artisticamente con Megahertz
Ho perso la voglia
di andare incontro al tuo silenzio
di mettermi in un angolo di fianco
a sentire che hai bisogno di star meglio
a subire il tuo bisogno di star meglio
io credo che qualcosa si sia rotto
non c'entrano questioni d'orgoglio
ho perso la voglia di stare con te
ho perso la voglia di stare con te
la voglia di essere uno dei tuoi errori
non sai che la passione non ti fa sentire la fame
nemmeno la poesia ci potrebbe riavvicinare
ora che quello che ti provoco è l'urgenza
di lasciarmi fuori dalla tua coscienza
e credo che qualcosa si sia rotto
non c'entrano questioni d'orgoglio
ho perso la voglia di stare con te
ho perso la voglia di stare con te
la voglia di essere uno dei tuoi errori
Da dietro l'angolo spunta una figura
un uomo si nasconde lasciando qualche traccia
tana per me che sono trasparente
ma ho l'ombra più decisa e gigante che c'è
mi sembra d'impazzire
ma è come se intuissi un varco
per entrare nel tunnel della luce
si tratta di capire che cosa ci separa dall’infinito
dovremmo cominciare col cercare delle ombre
che non vuol dire credere che niente qui sia vero
ma porre i propri occhi sulla cima più alta
di questa megalopoli
città delle bugie
che portano ad avere timore di se
sai che gli egizi dicevano che ognuno di noi è una stella
e che la vita è un percorso che serve a tornare in cielo
è come una caduta
e il piano su cui stavi è l'infinito
si tratta di capire che cosa ci separa dall'infinito
dovremmo cominciare col trovare delle ombre
nella nostra inquietudine ci sono gioie spente
e cose che ci fermano
che impongono alla testa di stare china a terra
dovremmo continuare col cercare delle ombre
nella nostra inquietudine ci sono gioie spente
e cose che ci fermano
che impongono alla testa di stare china a terra
sul mondo di bugie che portano ad avere timore di sé
del mondo di bugie che portano ad avere timore di sé
di tutte le teorie che portano ad avere
timore di sé
Amore folle
Dimmi che non sono matto
Feroce gioia
Che emozione
Amore folle
Sole che esplode
L’ombra che sparisce
Quando arriva mezzogiorno
Prendo senso in questo sentimento
Lontano dall’alba e dal tramonto
Amore folle cosa che accade
Ero un angelo dalle ali bagnate
Mi sento un Albero con radici nell’aria
Cuore diviso dal mondo reale
Sensibile a ciò che gli pare
Amore folle
Incanto tenebroso
Sono Assediato e il suo bacio è velenoso
Da quando arriva a mordermi i sensi
i miei discorsi più razionali
Sono beffati dalle passioni
L’amore è il più sacro degli imbroglioni
Amore folle
Sole che esplode
Angelo che asciuga le sue ali
Cuore incompreso che si solleva e dice:
“ascoltatemi!”
Amore folle
cosa che accade
ero un angelo dalle ali bagnate
mi sento un albero che ha radici nell’aria
Amore folle battito d’ali
Angelo che asciuga le sue ali
Io che riscopro le mie radici nell’aria
Sbattendo le mie ali…
Cosa mi succede?
Tutto mi sorride
Quando lei mi parla
torno un po' bambino
è tutto così nuovo che quasi mi perdo
tutto così bello
che mi sembra quasi di doverci rinunciare
tutto destinato a ritornare normale
ma è tutto così semplice da fare
che mi viene il dubbio di non essere mai stato naturale
tutto così facile tu così difficile
ci sono un po' di cose da esplorare
Cosa mi succede?
sono innamorato
per la prima volta
no,forse la mille
ma è tutto così nuovo che mi sembra quasi
di non avere un passato
tutto così bello che quasi ti perdo
perché sono incantato
tutto così storto come piace a me
tutto strappato come piace a te
tutto usato poco, tenuto bene
tutto esplorato male
ma è tutto così nuovo che mi sembra quasi
di non avere un passato
tutto così bello che quasi mi perdo perché sono incantato
tutto così semplice da fare che mi viene il dubbio
di non essere mai stato naturale
tutto così fresco
tutto così caldo
tutto così storto come piace a me
tutto strappato come piace a te
ma è tutto così nuovo che mi sembra quasi di non avere vissuto
tutto così bello che quasi mi perdo perché sono incantato
tutto così semplice da fare che mi viene il dubbio
di non essere mai stato naturale
tutto così bello
tutto così storto
tutto che inizia bene
In volo con ali di carta sono fragile
quante storie tristi sento raccontare
che aprono un canale dentro me
e dal monte del mio pensiero
scendo a valle verso le paure
confusione in me
confusione e cadere giù con me
poi piove sempre
nella mia mente
tutto si allaga
e la bufera
porta lontano i pregiudizi
e ho l'illusione di viaggiare
di liberare i miei pensieri
nell'atmosfera
questo grigio sì che mi fa perdere qualcosa
ricorda che stanotte sognavo di mischiarmi con te
e cercare il senso della vita
che fatica! era di fianco a me
confusione in me
confusione e cadere giù con me
c'è speranza in me
la speranza di salire su con te
poi piove sempre…
Guarda dove siamo cresciuti
Nella città delle ombre
Poi mi hanno portato su un monte
C’era il sole
Senza fiato sono stato accecato dalla luce
Gli alberi non crescono a file
Orizzonte linea sottile
E nel tuo sentirti normale
Qualcosa di speciale
Forse un respiro
Più forte degli altri
Accentuare i miei difetti
Farli giocare con i tuoi
Sai che mi sfugge ogni pensiero
E che il mio umore segue le stagioni
Ora torno giù
Nella mia caverna
Dove ogni giorno ritorna l’alba
Ma della luce sì della luce
Neanche l’ombra
Solo un mostro seme di noia
Rode la mia gioia da punta a punta
Sempre più disordine lasciamo
Quando scivoliamo
Chi ci aiuterà amico mio
Tra questi bauli di cartone
Porta-contenitori di niente
Forse un respiro
Più forte degli altri
Accentuare i miei difetti
Farli giocare con i tuoi
Lascia che sfugga ogni pensiero
E che il mio amore segua le passioni
Non ci torno più
Nella mia caverna
Dove ogni giorno ritorna l’alba
Ma della luce sì della luce
Neanche l’ombra
Non riesco a fare a meno di sognare
che presto andrò a vivere in un prato
la mente è nata per pensare
avvolta da filo spinato
cielo rifletto te nelle mie lacrime
io sono un uomo primitivo
e invece di offrire i miei resti
mi pizzico le vene per sentire
che dentro mi corre del sangue
vita rispetto te
fino a piangere
l’odio che provo riverso su di me
Ma dove credevo di andare?
perché non mi sono fermato
con tutto che devo sparire
non passo i miei giorni in un prato
sole risplendi in me
nelle mie lacrime
io sono un uomo primitivo
e invece di esprimermi con gesti
mi avvolgo, divento complicato
un giro di filo spinato
male trafiggo te
non mi fai vivere
e l’odio che provo riversi su di me
Se dimenticassi sempre, tra quello che ti devo,
qualcosa di inespresso in fondo alle parole?
con tutte le intenzioni che mi danno respiro
allaccio le mie scarpe e me ne vado in giro
a sentire che il vento ti cerca per dirti:
“sai non ho più paura di essere un filo
che sta per spezzarsi in tanti pensieri
che messi vicini non sembrano amarsi”
tu
che mi dai la forza
e un giorno mi dici che sono l'amore
hai di nuovo ragione
con qualche invenzione
mi farai capire che è meglio il disordine dell'ordine imposto
e il male che faccio quando mi mento
Io sono stato salvato da nuove illusioni
che il mio desiderio hanno un po' riparato
continuo a sognare che va tutto bene
mi do un'occasione per non soffocare
tu
che mi dai la forza
e un giorno mi dici che sono l'amore
hai di nuovo ragione
con qualche invenzione
mi farai capire che è meglio il disordine dell'ordine imposto
e il male che faccio quando mi mento
il male che faccio a me quando mi mento
Ti ho chiesto:
“avremo altro tempo
assieme io e te?”
perché qualcosa brucia
sotto le mie azioni
sentire la fine da
allucinazioni
e vorrei chiederti scusa
per avere cercato
nei nostri discorsi
le contraddizioni
quando hai chiesto:
“vuoi scappare con me?
Come gli animali
Vivremo delle prede
Viste nei riflessi delle nostre intese
Forse non siamo due eroi
Ma amiamo immaginarlo”
Oggi ero solo in mezzo a tanti
Come quando non so
Dire quello che sono
Esprimere ciò che ho
Solo in mezzo a tanti
Solo perché non so
Dire quello che sono…
Ti chiedo ancora altro tempo assieme
Perché…
Come gli animali
Viviamo delle prede
Viste nei riflessi
Delle nostre intese
Forse non siamo due eroi
Ma amiamo immaginarlo
Per darci un po’ di forza
La forza di aggrapparci,
Cercare una scusa ed andare
Nel posto che non c’è
Ma è bello ritrovarsi
È bello immaginare
Che forse noi due siamo eroi
Basta immaginare…
Descrivi questo attimo
tu che distingui il bene dal male
e del mio quotidiano affanno qualcosa sappimi dire
intanto io organizzo dei viaggi
ti porto a visitare Trieste
a fare scorta di vento
fare provvista di vento
Difendi questo attimo
trova una dimensione di piacere
anche se arrivi da un brutto sogno
e il cielo sta per tuonare
intanto io organizzo dei viaggi
ti porto a visitare Venezia
a fare bolle di vetro
le mie campane di vetro
C'è un mistero diverso
nei tuoi occhi alieni
basta guardarti
per capire che hai sogni d'oceano
una volta richiusi i mari aperti
dici che fuori di qua
si può incontrare una tempesta
da cui è bello non ripararsi
qualche cosa di più
che passeggiare nella passeggiata
per vedere passeggiare
ogni onda è diversa
da quella prima
da quella dopo
seguirle all'infinito
è un modo segreto
di sentire il tempo
dici che fuori di qua
si può incontrare una tempesta
da cui è bello non ripararsi
qualche cosa di più
che passeggiare nella passeggiata
per vedere passeggiare
testi di LeLe Battista
musiche di LeLe Battista e Giorgio Mastrocola
hanno suonato: LeLe Battista: voce, pianoforte, tastiere, Giorgio Mastrocola: chitarra elettrica, chitarra acustica, basso (3), Megahertz: basso, sintetizzatori, rhodes, mellotron, Sergio Carnevale: batteria e percussioni; Celso Valli: tastiere (1, 2, 4), Paolo Valli: batteria (1, 4), Dado Neri: basso (1, 4), Andrea Dupuis: batteria (7, 11), Giorgio Cuccurugnani: basso (6), Matteo Dolla: basso (coda di 5), Raffaele Stefani: aritmia cardiaca (5), chitarre fuzz (10), generatore di frequenze (11); produzione artistica: LeLe Battista e Giorgio Mastrocola con la collaborazione di Raffaele Stefani, tranne 1, 2, 4 prodotti da Celso Valli; arrangiamenti: LeLe Battista e Giorgio Mastrocola con la collaborazione di Megahertz tranne 1, 2, 4 arrangiati da Celso Valli